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Diary - Chuck Palahniuk

Chuck Palahniuk  è conosciuto ai più come l’autore di Fight Club, per intenderci, il film in cui recita quel gran pezzo d’attore di Brad Pitt. Palahniuk è uno degli autori più strani in cui io mi sia imbattuto.

Il suo stile è molto fluido, essenziale,  non si perde in descrizioni infinite, anzi delle volte vorresti davvero che si soffermasse di più su qualche dettaglio.

I suoi libri si lasciano leggere facilmente, non vi sono troppi intoppi o almeno fino al colpo di scena, che quando arriva, la mia faccia inizia a contorcersi e l’espressione che esprime è “COSA?”, con l’incessante bisogno di tornare indietro e rileggere per assicurarmi che tutto sia proprio così com’è scritto.

 

 

Diary. Sarò sincero, ciò che ha contribuito all’acquisto di questo libro è la grafica di copertina. L’ho trovata così accattivante e con un non so che di misterioso.  Quest’enorme cuore con un filo spinato a cingerlo ha sollecitato la mia immaginazione e mi ha conquistato. Ad ogni modo Palahniuk non si smentisce mai. Diary, come dice lo stesso titolo è un diario, scritto dalla protagonista Misty, per la quale è impossibile non provare un coinvolgimento emotivo. Misty è un’artista decaduta con un marito in coma, una figlia teeneger da crescere, un lavoro come cameriera a tempo pieno e una classica suocera alquanto invadente e che per buona parte del libro non farà altro che ricordarle di riprendere in mano i suoi pennelli e di fare una volta per tutte qualcosa di buono e decente. Ho iniziato a provare una sorta di benevolenza e vicinanza con Misty, già dalle prime pagine, quando inizia a raccontare di alcune situazioni in cui è inevitabile bere.

 

“Quando piagnucolano per avere un altro tavolo. Tu devi bere.
  Dovreste servire tofu invece che vitello! Tu bevi.
  Se non ti lasciano la mancia. Bevi di nuovo.
  Tua madre sarebbe un’artista famosa, se solo ci provasse. Tu bevi.
  Le donne dell’estate con i loro anelli di diamante… ti chiedono di     cantare “Tanti auguri”. Tu bevi.
  Un paio di aspirine, due drink e via da capo.”

 

Misty vive in un’improbabile isola, diventata meta balneare di uomini d’affari e donne ricche. Numerose sono le disgressioni sulla sua vita, che ci permettono di comprendere com’è cresciuta, dove si è formata e quali erano le sue aspirazioni. Un diario scritto per il marito in coma, il quale potrà conoscere ciò che si è perso durante la sua assenza.  Noi lettori siamo catapultati nella vita di questa donna e sono essenziali e preziosi i flashback temporali che ci permettono di capire la situazione iniziale, altrimenti potremmo anche bruciare il libro, non capiremmo niente.

Già dalla prima pagina inizia a comparire un elemento, che si ripeterà lungo tutto l’arco della narrazione, telefonate da parte di tizi a cui sono scomparse alcune stanze dalle loro case. Stanze sparite come per magia.

Dove prima c’era una porta che conduceva in un bagno, ora c’è un muro, una stanza degli ospiti volatilizzata o una cucina dissolta nel nulla. Ciò mi ha indotto a credere, che in questo libro Palahniuk avesse inserito un elemento magico e invece… Tutto si risolve alla fine del libro e se avete presente Fight Club, non potete far altro che esclamare “Dannato Chuck! Mi hai fregato di nuovo!” Sì, perché è proprio così. Palahniuk ha questa capacità di alternare momenti di assoluta normalità ad eventi strani e insoliti e a tenerti col fiato sospeso fino alla fine e quando credi di aver capito, stravolge tutto. Sono situazioni che sfiorano il surreale, ma che forse, chissà, da qualche parte sono accadute. Per Diary avrei davvero voluto vederne una rappresentazione cinematografica, magari con Nikole Kidman nel ruolo di Misty. Non so perché, ma secondo me ci starebbe bene.  

 

Se ne consiglio la lettura? Bè non saprei. Palahniuk ha questo suo modo strano di scrivere, potrebbe non piacere a tutti. Andrebbe letto se vi siete fermati alla sola visione di Fight Club. E’ un autore particolare, è sono certo che farà parte della letteratura americana. Suvvia leggetelo. Io ho comprato l’edizione curata da Mondadori al prezzo di 9,50 E., ma su Amazon o su altri portali potete trovarlo anche a 7E.

 

Nella Gallery vi metto un po’ di immagini, anche di Douglas Fraser che è colui che ha ideato la copertina sull’edizione della Mondadori.
 

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